Matteo è il papà di un mio carissimo amico e compagno di università.

Negli anni ’80 ha lasciato il lavoro dipendente per mettersi in proprio.

Un uomo integro, con un grande buonsenso e dotato di quell’apertura mentale che gli consentiva di lavorare a contatto con la gente e di essere stimato e apprezzato.

Un giorno io e suo figlio gli abbiamo chiesto di raccontarci come avesse preso la decisione di lasciare un lavoro sicuro per aprirsi un’attività.

Alla fine della storia noi due abbiamo concluso “eh, erano altri tempi”. Come per sottolineare che questo era stato possibile in passato perché c’erano le condizioni adatte, insomma era più facile e oggi non si sarebbe potuto ripetere.

È a questo punto che lui ha tirato fuori dal cilindro della sua saggezza popolare questa frase, che mi ha colpito e che mi è tornata in mente più volte negli anni: “sono sempre altri tempi”.

Ho capito in quel momento che affermare “erano altri tempi” è molto spesso un alibi.

In effetti quando la Ray-Ban ha inventato gli occhiali da sole (1937), la 3M ha lanciato i post-it (1977), e anche quando Zuckerberg ha inventato Facebook (2004), erano altri tempi.

Tra l’altro, questo episodio succedeva negli anni ’90 quando, comunque, erano altri tempi.